L’aponeurosi plantare è una fascia di tessuto fibroso che si sviluppa lungo tutta la parte inferiore del piede, partendo dal tallone per arrivare fino all’estremità delle dita.
Conosciuta anche come fascia plantare, si tratta di una porzione anatomica del piede che ha un ruolo di fondamentale importanza. Svolge diverse funzioni importanti, tra cui quella di sostenere l’arco plantare e trasmettere e distribuire il peso del nostro corpo, sia da fermi che in movimento.
L’aponeurosi plantare aiuta ad ammortizzare gli urti ed è sottoposta al rischio di ripetuti stiramenti. La tensione eccessiva, in particolare nella zona del calcagno, può causare l’infiammazione dell’aponeurosi plantare, nota come fascite plantare o spina calcaneare: una condizione frequente in uomini e donne di diverse età e che può causare un dolore intenso al piede.
Cause dell’infiammazione della aponeurosi plantare
L’infiammazione dell’aponeurosi plantare può essere causata da diversi fattori. Particolarmente frequente tra chi svolge attività fisica intensa e ad alto impatto, la fascite plantare può essere una conseguenza del correre, saltare o stare in piedi per lunghi periodi di tempo. In questi casi, infatti, si esercita una pressione eccessiva sull’aponeurosi plantare che, di conseguenza, si infiamma.
Un’altra ragione piuttosto frequente di questo tipo di infiammazione è l’abitudine a indossare scarpe con tacchi alti, suola rigida o che non garantiscano il giusto supporto dell’arco plantare. Queste calzature fanno aumentare notevolmente il rischio di infiammazione.
Nelle persone che si muovono poco, in sovrappeso o obese, lo stress a cui viene sottoposta la fascia plantare può generare un dolore tale da rendere difficile e fastidioso il cammino, costringendo le persone a un riposo forzato. Inoltre, il sovraccarico costante può provocare veri e propri microtraumi che, nel tempo, possono portare a fenomeni degenerativi del collagene con conseguenti alterazioni strutturali.
Altri fattori di rischio che incidono sulla comparsa della fascite plantare sono la postura scorretta e condizioni specifiche come i piedi piatti, i piedi cavi o i piedi in cui si verifica una pronazione eccessiva. In questi casi, infatti, per via di una cattiva distribuzione del peso sul piede, aumenta la tensione sull’aponeurosi plantare.
Sintomi dell’infiammazione all’aponeurosi plantare
Il sintomo principale dell’infiammazione all’aponeurosi plantare, nota anche come fascite plantare, è il dolore al tallone. La sofferenza e la sensazione di rigidità al tallone si avverte in modo particolare nelle prime ore del giorno o, più in generale, al risveglio o dopo un periodo di riposo. Anche se non è costante, il dolore all’aponeurosi plantare può manifestarsi durante la camminata o la corsa, arrivando a estendersi verso l’arco plantare. Un altro sintomo tipico di questa patologia è la sensibilità al tatto nella parte inferiore del tallone. Quando si avvertono entrambi, è bene affidarsi a specialisti del settore per una diagnosi accurata, poiché i sintomi della fascite plantare difficilmente si risolvono spontaneamente.
Diagnosi dell’aponeurosi plantare
La diagnosi di infiammazione dell’aponeurosi plantare, o fascite plantare, è prevalentemente clinica. Si basa sull’esame obiettivo che si svolge in ambulatorio e sull’anamnesi della persona. Lo specialista che effettua l’indagine, se lo reputa necessario, può chiedere di eseguire alcuni accertamenti diagnostici come radiografie, ecografie o risonanze magnetiche per escludere che la causa del dolore non derivi da altre patologie.
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’infiammazione guarisce grazie ai trattamenti conservativi, pensati per ridurre il fastidio e il dolore, rinforzando la muscolatura e recuperando la mobilità del piede.
Trattamento dell’aponeurosi plantare infiammata
I trattamenti che mirano ad alleviare il dolore e migliorare la mobilità della fascia plantare si basano su esercizi di stretching o allungamento dei muscoli del polpaccio e della fascia di tessuto fibroso che, infiammandosi, genera dolore.
Insieme a questi specifici esercizi è possibile associare terapie fisiche come la tecarterapia, la laserterapia, l’ultrasuonoterapia e le onde d’urto focalizzate, tutte utili a ridurre il dolore e recuperare l’estensibilità muscolo-tendineo-legamentosa.
Quando, nonostante il trattamento conservativo, il dolore legato all’infiammazione dell’aponeurosi plantare non accenna a diminuire, può essere necessario ricorrere alla chirurgia.
La fasciotomia plantare è l’intervento più comune per risolvere questo tipo di problemi. L’intervento consiste nel rilascio parziale della fascia plantare. In questo modo, la tensione si riduce e, con lei, anche il dolore tipico della fascite plantare. In alcuni casi più particolari, si può valutare la rimozione degli speroni ossei associati, per un trattamento sicuramente più invasivo, ma dai risultati significativi, duraturi e tangibili.
L’intervento chirurgico per risolvere il problema dell’aponeurosi plantare infiammata ha, però, tempi di recupero lunghi e potrebbe sviluppare delle complicanze. Per questa ragione, è consigliabile valutare le tecniche innovative e mini-invasive proposte dagli specialisti SmartHallux. Grazie alla loro professionalità e agli anni di esperienza, assicurano la massima cura e dedizione alla cura di ogni patologia al piede o alla caviglia.
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Prevenzione dell’aponeurosi plantare
Per prevenire l’infiammazione dell’aponeurosi plantare, è sempre consigliabile indossare calzature adeguate, tenere sotto controllo il peso corporeo ed eseguire regolarmente esercizi di stretching, propriocettivi e di rinforzo muscolare. Anche mezz’ora di camminata al giorno può essere sufficiente ad abbassare il rischio di sviluppare questa sindrome dolorosa.
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