Articolazione tibio tarsica: anatomia, movimento e patologie

Dolore alla caviglia

L’articolazione tibio tarsica è una delle tre articolazioni della caviglia. È composta da 3 ossa, la tibia, il perone e l’astragalo, con il supporto di altre ossa come il calcagno, l’osso navicolare, le ossa cuneiformi e l’osso cuboide. Questa articolazione svolge un ruolo cruciale nella deambulazione, consentendo al piede di muoversi verso l’alto (dorsiflessione) e verso il basso (flessione plantare), garantendo la giusta stabilità e distribuzione del peso corporeo durante il cammino, la corsa e altre attività quotidiane.

La funzione dell’articolazione tibio-tarsica

Articolazione tibio tarsica

L’articolazione tibio-tarsale scarica tutto il peso del corpo sul piede. Durante il movimento, questa articolazione viene particolarmente sollecitata, arrivando a sopportare, in alcuni casi, più di cinque volte il peso del corpo. La sua struttura consente movimenti essenziali come la flessione e l’estensione, utili durante la camminata, e l’inversione ed eversione, che permettono al piede di adattarsi a superfici irregolari. La stabilità è assicurata da un equilibrio tra la struttura ossea, i muscoli circostanti e i legamenti che sostengono l’articolazione, come il legamento deltoideo sul lato mediale e i legamenti laterali (peroneo-astragalico anteriore e posteriore, calcaneo-peroneale).

Come tutte le superfici articolari, anche l’articolazione tibio-tarsica è rivestita da uno strato di cartilagine, che garantisce movimenti fluidi e svolge una funzione di ammortizzazione, proteggendo le ossa dall’usura.

Patologie dell’articolazione tibio-tarsica

Le patologie che interessano questa articolazione sono varie e possono compromettere significativamente la qualità della vita. L’artrosi tibio tarsica, ad esempio, è una condizione degenerativa dovuta all’usura della cartilagine.

Si tratta di un processo di usura non reversibile, che compromette la funzione di ammortizzazione della cartilagine, portando le superfici articolari a sfregare tra loro. Questo, oltre a provocare dolore, può determinare la formazione sul bordo dell’articolazione di alcune escrescenze ossee chiamate osteofiti. Nel prosieguo della malattia gli osteofiti possono persino causare limitazioni del movimento.

Le cause principali dell’artrosi della caviglia includono traumi pregressi, obesità, predisposizione genetica e malformazioni congenite del piede. I sintomi, come dolore, rigidità, gonfiore e crepitio articolare, peggiorano con l’attività fisica. 

Nelle fasi iniziali, il trattamento dell’artrosi dell’articolazione tibio-tarsica è conservativo. Mediante l’uso di farmaci, fisioterapia e infiltrazioni di acido ialuronico si può cercare di limitare gli effetti. Quando ci si trova in uno stadio avanzato, invece, può essere necessario un intervento chirurgico, come l’artrodesi o la protesi totale di caviglia.

Tra le altre patologie che possono riguardare l’articolazione tibio-tarsica, non può non essere ricordata la tendinite del tibiale posteriore. Si tratta di un’infiammazione che colpisce il tendine a causa di stress eccessivi. I sintomi includono dolore e difficoltà a camminare, trattabili con riposo, fisioterapia o interventi chirurgici nei casi gravi. La nevralgia del nervo tibiale, invece, si manifesta con dolore neuropatico, bruciore e intorpidimento, spesso richiedendo terapie farmacologiche o chirurgiche.

La sindrome da impingement si verifica quando vi è un conflitto tra le strutture ossee o i tessuti molli dell’articolazione, provocando dolore e limitazione del movimento. Anche in questo caso, il trattamento può essere conservativo o chirurgico, a seconda della gravità.

Dall’artrosi post-traumatica, risultante da infortuni pregressi, fratture e lesioni legamentose, a malattie sistemiche e da deposito, le cause di deterioramento della caviglia sono diverse. Queste condizioni non solo limitano la mobilità ma inducono dolore e disabilità, spingendo verso la necessità di soluzioni chirurgiche definitive.

Diagnosi delle patologie tibiotarsiche

Visita dottore

Ripetuti traumi e talvolta interventi chirurgici riparativi inadeguati possono compromettere l’elasticità dell’articolazione tibio-tarsica. I problemi alla caviglia e, nello specifico, le patologie tibiotarsiche, possono essere determinati da altri fattori, quali la formazione di osteofiti e periodi prolungati di immobilizzazione. A prescindere dalla causa scatenante, però, tutti possono contribuire ad una progressiva perdita di articolarità ed all’instaurarsi di un’artrosi di tibio-tarsica.

La diagnosi delle condizioni che colpiscono l’articolazione tibio-tarsica si basa su un approccio integrato. L’esame obiettivo è il primo passo, attraverso il quale il medico valuta la presenza di dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti. Le radiografie sono fondamentali per individuare fratture o deformità, mentre la risonanza magnetica nucleare e la TAC permettono un’analisi dettagliata dei tessuti molli e delle superfici articolari. L’ecografia è particolarmente utile per studiare tendini e legamenti.

Problemi all’articolazione tibio-tarsale: i trattamenti disponibili

Fiseoterapia

I trattamenti a cui sottoporre l’articolazione tibio-tarsale variano in base alla patologia e alla sua gravità. La prevenzione è un elemento chiave per mantenere la salute dell’articolazione tibio-tarsica. Esercizi mirati a rafforzare la muscolatura del piede e della caviglia possono ridurre il rischio di lesioni, mentre l’uso di calzature adeguate e uno stile di vita sano contribuiscono a prevenire sovraccarichi e traumi.

Nelle fasi iniziali di molti problemi all’articolazione tibiotarsica, si preferisce adottare un approccio conservativo che include l’uso di farmaci antidolorifici e antinfiammatori, fisioterapia per migliorare forza e mobilità, e l’impiego di ortesi per alleviare lo stress sull’articolazione. 

Quando il trattamento conservativo non è sufficiente, si ricorre alla chirurgia. Tra le opzioni più comuni vi sono l’artroscopia, utile per rimuovere frammenti o tessuti danneggiati, l’artrodesi, che consiste nella fusione delle ossa per ridurre il dolore, e la protesi totale, indicata nei casi di artrosi avanzata. Dopo l’intervento, la riabilitazione è essenziale per recuperare la funzionalità e prevenire complicanze.

Per un corretto inquadramento diagnostico e per il successivo trattamento è fondamentale una conoscenza approfondita della biomeccanica del piede e della caviglia e, pertanto, è raccomandabile che a prendersene cura sia uno specialista con le necessarie competenze.

Per un supporto specialistico, prenota una visita con il Dr. Luigi Manzi per una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato per alleviare il forte dolore.

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