Quando si pensa al punto debole per eccellenza del corpo umano non si può far a meno di citare il tallone d’Achille.
Tutti conoscono la leggenda che vuole l’indomito Achille messo a tappeto perché colpito proprio al tallone. Da qui il nome “tallone d’Achille”.
Meno note sono, però, le patologie che colpiscono il tallone e il tendine d’Achille.
In questo articolo approfondiremo di cos’è la tendinite d’Achille e come si cura
L’Anatomia del Tendine d’Achille
Nella parte posteriore della gamba, tra il tallone e il polpaccio, si trova il tendine d’Achille.
Questo tendine, che possiamo immaginare come una robusta struttura di tessuto connettivo, collega i muscoli del polpaccio al tallone. Va da sé che il tendine d’Achille è fondamentale per la stabilità corporea, nonché per la mobilità del piede e di tutto il corpo.
È grazie al tendine d’Achille, infatti, che l’essere umano riesce a svolgere tutte le attività quotidiane ed essenziali, come camminare, correre e saltare. Essendo, quindi, una parte fondamentale ed essenziale per la mobilità dell’uomo, è costantemente sotto sforzo.
La tendinite d’Achille
Quando il tendine d’Achille viene particolarmente stressato può infiammarsi. Questa situazione viene chiamata tendinite d’Achille.
Ma come viene stressato il tendine d’Achille?
Ci sono diverse cause per cui il tendine può infiammarsi e, molto spesso, sono dovute allo stile di vita e alle abitudini personali.
Questa patologia è più diffusa tra gli atleti e gli sportivi che, per forza di cause mettono a dura prova la resistenza e la salute del tendine d’Achille. Ciò non toglie che tutti possano essere colpiti da questa patologia.
La tendinite d’Achille, infatti, colpisce anche quelle persone che usano scarpe scomode e inadeguate o che, avendo problemi pregressi di postura, stressano particolarmente tendini e articolazioni.
Come riconoscere la Tendinite d’Achille: I Sintomi
Ma come riconoscere la tendinite d’Achille?
Esistono dei sintomi, non solo fastidiosi, ma anche utili a capire e riconoscere questa patologia.
I sintomi principali sono:
- Dolore acuto o sordo sopra al tallone (che può acuirsi durante l’attività fisica);
- Rigidità mattutina;
- Gonfiore e sensibilità al tatto;
- Scarsa mobilità quale l’impossibilità di piegare il piede vero il basso e a camminare sulle punte.
Questi sintomi concorrono ad abbassare la qualità della vita del paziente, ma sono anche segni della presenza di un problema, facendo prendere coscienza al paziente di dover rivolgersi ad un medico per avere una diagnosi.
La Diagnosi della Tendinite d’Achille
Una diagnosi precoce è essenziale per affrontare la patologia il prima possibile e riappropriarsi della propria vita.
La procedura diagnostica comincia con un esame fisico approfondito. Il medico visiterà il paziente concentrandosi sulla mobilità del piede e non solo. Cercherà di valutare l’acutezza del dolore, confrontandosi sempre con il paziente, e cercherà anche di individuare possibili noduli sul tendine.
Per conferma gli eventuali sospetti del medico di procederà con l’ecografia. Questa permette di vedere l’infiammazione e gli eventuali cambiamenti strutturali del tendine. Per un ulteriore conferma, nei casi più complessi, sarà necessaria anche la risonanza magnetica, utile per ottenere immagini più precise e ad alta risoluzione.
Tutto ciò serve a intervenire tempestivamente e a decidere il prima possibile un piano d’azione.
I Trattamenti Non Chirurgici per la Tendinite d’Achille
Dopo la diagnosi della tendinite d’Achille, il primo approccio consigliato di solito è quello dei trattamenti non chirurgici, detto trattamenti conservativi.
In cosa consistono questi trattamenti?
Di solito i medici consigliano il riposo, accompagnato dall’applicazione del ghiaccio nella parte interessata. Ridurre le attività fisiche e di sforzo, infatti, aiuta ad evitare di aggravare la situazione, mentre l’applicazione del ghiaccio riduce il gonfiore e anestetizza la parte interessata, riducendo di conseguenza il dolore.
Consigliata è anche l’assunzione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, che aiutano a combattere il dolore.
A queste terapie vengono aggiunte anche la fisioterapia e l’uso di plantari personalizzati. La fisioterapia è atta a migliorare la mobilità e la flessibilità della zona interessata, mentre i plantari alleviano la pressione generale sul tendine.
I trattamenti conservativi di solito possono durare diverse settimane e, a seconda della gravità della patologia, anche dei mesi.
I pazienti, di solito, riescono a combattere la tendinite d’Achille grazie a questi trattamenti. Purtroppo, però, non sempre questi trattamenti risolvono definitivamente il problema e potrebbe essere utile ricorrere alla chirurgia.
L’Intervento Chirurgico per la Tendinite d’Achille
I medici consigliano il ricorso alla chirurgia quando i trattamenti conservativi non soddisfano le aspettative del paziente.
L’intervento per la tendinite d’Achille varia al variare della gravità della patologia e dipende anche dallo stato di salute generale del paziente.
Quali sono, quindi, le varie tipologie di intervento per la tendinite d’Achille?
Quando la tendinite è debilitante, ma non è ancora allo stadio più grave, non è insolito optare per la tenotomia e la tenodesi.
La tenotomia prevede la rimozione del tessuto danneggiato del tendine ed il suo eventuale allungamento. La tenodesi, invece, consiste nel riposizionamento dello stesso tendine o di un altro tendine a supporto del tendine d’Achille
Quando la situazione del tendine è più grave, invece, si opta per la ricostruzione del tendine stesso, che viene sostituito con un innesto o viene rigenerato con l’aliuto di cellule staminali.
Come intervento mini-invasivo vale la pena parlare dell’artroscopia. Questa tecnica innovativa sfrutta l’utilizzo di un artroscopio, dotato di una piccola telecamera che viene inserita nella parte interessata attraverso piccole incisioni nella pelle.
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