Il piede ha diverse componenti che lo rendono una delle parti fondamentali del corpo umano. Le fasce plantari ne rappresentano una delle parti più importanti.
Spesso, però, l’importanza delle fasce plantari viene sottovalutata, finchè non diventano vittime di problemi e patologie che rendono i movimenti più semplici complicati e dolorosi.
In questo post cercheremo di fare un focus sulle fasce plantari, sulla loro importanza, sulle patologie che potrebbero colpirli e sull’importanza di una diagnosi tempestiva.
Se hai dolori ai piedi, continua a leggere questo articolo per scoprire tutto quello che dovresti sapere sulle fasce plantari.
Fasce plantari: cosa sono e a cosa servono
Le fasce plantari sono strutture connettive a base fibrosa che attraversano tutto l’arco del piede, dal tallone fino alla base delle dita.
Fascia laterale, mediale e centrale sono le parti le compongono i fasci plantari e ognuno di essi ha una funzione specifica.
La funzione delle fasce plantari è quella di assorbire e attutire lo stress e gli shock dell’arco del piede che, quotidianamente, deve svolgere le funzioni basilari come quella di camminare.
Inoltre, le fasce plantari concorrono a mantenere l’arco del piede stabile, e a facilitare la camminata, contribuendo alla giusta distribuzione del peso corporeo.
Vista la loro funzione, le fasce plantari sono spesso soggette a problemi e patologie. Un problema molto comune e diffuso è la fascite plantare che, altro non è, che l’infiammazione delle fasce plantari.
La fascite plantare può colpire qualsiasi persona di qualsiasi età e si manifesta principalmente con un dolore al tallone e all’arco longitudinale del piede.
Incidenza e prevalenza della fascite plantare
In base alle statistiche, la fascite plantare colpisce soprattutto le persone molte attive e gli anziani, rappresentando, difatti, il 10% delle lesioni causate dalla corsa e quasi il 15% delle problematiche al piede che colpiscono i più adulti.
Pertanto, chi pratica molta attività fisica ha più probabilità di sviluppare la fascite plantare ma, anche chi conduce una vita più sedentaria e meno sportiva può essere colpito da questa problematica.
Vediamo insieme, quindi, i fattori di rischio che concorrono allo sviluppo della fascite plantare.
Fattori di Rischio
Tra i principali e più comuni fattori di rischio che possono far sviluppare la fascite plantare, si contano:
- Condizioni congenite: come il piede pronato o piede piatto e il piede cavo; una sbagliata distribuzione del peso, infatti, sovraccarica le fasce plantari.
- L’obesità: come già citato una scorretta distribuzione del peso è deleteria per le fasce plantari, di conseguenza il peso eccessivo aggrava lo stress alla quale sono sottoposti giornalmente.
- Scarpe scomode e inadeguate: se la pianta del piede non è adeguatamente sostenuta e supportata, il rischio di fascite plantare si alza.
- Attività fisica intensa: sport stressanti come la corsa o il basket, se praticati a livelli estremi o comunque costantemente e a lungo, possono aumentare il rischio di sviluppare il problema.
I sintomi della fascite plantare
Per riconoscere se si è stati colpiti da fascite plantare bisogna attenzionare i sintomi che questa patologia porta con sé.
Tra i sintomi tipici della fascite plantare non si può non menzionare, in primis, il dolore al tallone o alla pianta del piede. Questo dolore può palesarsi soprattutto dopo periodi di inattività come, ad esempio, al risveglio dal sonno notturno.
Questo dolore, soprattutto al risveglio, può essere accompagnato da una rigidità del piede; può diventare, infatti, difficile camminare o muovere il piede interessato, appena svegli.
Anche la parte interessata dal dolore può farci capire se siamo stati colpiti dalla fascite plantare. Il dolore, infatti, se inizialmente si localizza alla base del tallone per poi spostarsi lungo l’arco del piede, può essere un sintomo di sviluppo della fascite plantare.
In ultimo, anche monitorare lo stato del dolore può aiutarci. Se il dolore si attenua dopo i primi passi dopo il risveglio, per poi però acuirsi durante l’arco della giornata, o dopo lunghi periodi in piedi, può rappresentare un campanello d’allarme.
Come diagnosticare la fascite plantare
Quando i sintomi parlano chiaro, una diagnosi tempestiva è il primo passo per risolvere il prima possibile il problema.
Ma in cosa consiste e come effettuare un esame diagnostico per la fascite plantare?
Dopo essersi rivolti ad un medico specialista, questi comincerà con il fare un esame approfondito per rilevare l’infiammazione e il punto esatto dalla quale scaturisce il dolore.
Il medico poi esaminerà anche i movimenti del piede per valutare se l’eventuale patologia abbia già compromesso la postura e l’andatura. Grazie anche ad un esame tattile approfondito poi, il medico potrà dedurre la possibile causa del problema.
Dopo l’esame visivo e tattile si passerà agli esami strumentali. Radiografie, ecografie e risonanze magnetiche sono essenziali per avere la certezza di quale sia effettivamente la patologia da cui è stato colpito il piede. Solo attraverso le immagini, infatti, si potrà escludere qualsiasi altra patologia e diagnosticare con sicurezza la fascite plantare.
Avere una diagnosi chiara, precisa e giusta, ci permetterà di scegliere il trattamento adeguato per curare al più presto la fascite plantare. Solo una diagnosi tempestiva ci permetterà di agire in tempo e di riappropriarci della nostra salute.
SmartHallux: un aiuto concreto contro la fascite plantare
Se ci si è accertato di essere stati colpiti dalla fascite plantare, sarà fondamentale agire il prima possibile.
Affidarsi ad un medico specialista che possa indicarci il giusto percorso di cura, attuarlo e seguirlo, è pressoché fondamentale per sconfiggere la fascite plantare.
In questo, SmartHallux non ha mai deluso le aspettative.
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