La metatarsalgia è una delle patologie ai piedi più fastidiose e invalidanti che possano colpire l’essere umano.
Si presenta come un infiammazione con dolore diffuso alla parte anteriore del piede, ovvero nella parte che interessa i metatarsi. Il dolore, che alle volte puà diventare anche cronico, rende quasi impossibile anche camminare.
Quando la situazione è insostenibile e la metatarsalgia condiziona inevitabilmente la vita di chi ne è afflitto, il ricorso alla chirurgia sembra l’unica soluzione per eliminare il problema.
Ma cosa succede dopo che ci si è sottoposti ad un intervento chirurgico per la metatarsalgia?
Scopriamo insieme in cosa consiste il recupero post-operatorio della metatarsalgia e vediamo quali possono essere dei consigli utili per tornare in forma.
Comprendere l’intervento chirurgico per la metatarsalgia
Vediamo innanzitutto in cosa consiste e cosa comporta un intervento chirurgico per la metatarsalgia.
Esistono diverse tipologie di intervento chirurgico tra le quali scegliere ma, in generale, un intervento per curare la metatarsalgia avrà come scopo quello di ridurre la pressione sui metatarsi tramite riallineamento delle ossa o la rimozione di callosità o deformità.
La scelta dell’intervento da eseguire si basa, sia sulla gravità e lo stato della metatarsalgia, sia sulle esigenze e aspettative dei pazienti. Ovviamente, esistono interventi più o meno invasivi da prendere in considerazione ma, in qualsiasi caso, il paziente dovrà affrontare un percorso di riabilitazione post-operatorio specifico e personalizzato.
Una delle cose fondamentali da tenere sempre in considerazione, sia durante la scelta dell’intervento da svolgere che durante il post-operatorio, è l’affiancamento e l’assistenza di un medico, o di un team di specialisti che segua passo passo il paziente durante tutte le fasi della riabilitazione.
I primi giorni dopo l’intervento: riposo e immobilizzazione del piede
Dopo essersi sottoposti all’intervento, il piede sarà estremamente vulnerabile e delicato, motivo per cui è d’obbligo immobilizzare il piede e stare a riposo.
Nei primissimi giorni che seguono l’operazione, quindi, si dovrà immobilizzare il piede con una benda compressiva o con un tutore di supporto, per evitare che esso possa fare qualche movimento sbagliato che comprometterebbe la giusta guarigione.
Bisogna comprendere poi che, subito dopo l’operazione, il piede si presenterà gonfio e dolorante. Il medico consiglierà, quindi, di curare il gonfiore con impacchi di ghiaccio e di gestire il dolore con antidolorifici precedentemente prescritti.
Oltre al ghiaccio, per ridurre il gonfiore, il medico consiglierà anche di tenere il piede sollevato, preferibilmente ad un’altezza che superi quella del cuore, così che la circolazione sanguigna possa migliorare. Questa specifica tecnica dovrebbe accelerare la riduzione del gonfiore.
Quando iniziare a muoversi?
Come anticipato, per non compromettere la giusta guarigione del piede, sarà fondamentale non prendere decisioni o iniziative autonome senza prima aver consultato il medico.
Sarà il medico che segue il percorso di riabilitazione, infatti, a indicare quando sarà possibile cominciare a fare i primi movimenti.
Di solito si può ricominciare a muovere gradualmente il piede dopo una settimana dall’intervento.
Inizialmente si potrà cominciare a muoversi solo con l’ausilio di un giusto supporto, come le stampelle, per non far gravare il peso corporeo sul piede ancora dolorante e delicato. Infatti, si potrebbe camminare e muoversi con le stampelle anche per diverse settimane; questo periodo varia a seconda sia dell’intervento subito che della naturale capacità di recupero del paziente.
La fisioterapia
Abbandonate stampelle e supporti, si passerà gradualmente alla fisioterapia.
Questa parte del recupero post-operatorio è cruciale per la corretta guarigione del piede, e per il ripristino totale della mobilità.
In questa fase entra in gioco anche un’altra figura professionale oltre al medico, ovvero il fisioterapista. Sarà questa figura ad occuparsi di progettare un percorso personalizzato e graduale che permetterà al piede di riacquistare forza e flessibilità, per tornare il prima possibile alla normalità.
Ribadiamo l’importanza del dover sempre seguire le indicazioni e i consigli del medico e del fisioterapista. Prendere iniziative autonome potrebbe portare ad un inutile sforzo del piede e alla conseguente compromissione del giusto percorso di guarigione.
Tempi di recupero: quanto tempo ci vuole per guarire?
Le tempistiche del recupero post-operatorio non sono precise e uguali per ogni paziente.
Esistono diversi fattori che influenzano il tempo di recupero: dalla tipologia e complessità dell’intervento subito alla risposta del paziente alle terapie di recupero.
Esistono però delle tempistiche che seguono i diversi step del recupero che abbiamo già affrontato.
A seguito dell’intervento, il primo mese sarà dedicato al riposo e immobilizzazione del piede e, verso la fine del suddetto mese, in base alla risposta del paziente potranno essere mossi i primi passi tramite gli strumenti di supporto (stampelle e tutori).
Dopo 6-8 settimane circa, si stima che il piede possa aver riacquisito un po’ di forza e flessibilità. Questo permette al paziente di poter cominciare a svolgere l’attività di fisioterapia.
Proprio grazie alla fisioterapia e agli esercizi specifici a distanza di 3-6 mesi dopo l’operazione, si potrà finalmente tornare alle normali attività quotidiane. È sempre bene, anche in questa ultima fase di recupero, seguire sempre le indicazioni del medico e tenersi sotto monitoraggio.
Consigli per un recupero ottimale
Volendo fare un breve ma significativo focus sui consigli utili da seguire per non compromettere il recupero post-operatorio, non si potrà mancare di elencare i più importanti.
Per non compromettere il giusto recupero, sarà utile seguire questi semplici e basilari consigli:
- optare sempre per scarpe comode e confortevoli, evitando quelle troppo strette e scomode, come ad esempio i tacchi alti;
- mantenere un peso corporeo adeguato e sano; condizioni come sovrappeso e obesità vanno solo a stressare ulteriormente una parte delicata del piede come quella dei metatarsi;
- non stressare inutilmente i piedi facendo attività fisiche eccessivamente aggressive e prolungate;
- seguire sempre le indicazioni e i consigli degli esperti; prendere iniziative autonome e non supervisionate comprometterebbe inevitabilmente il percorso di recupero post-operatorio;
- monitorare la situazione, prestando attenzione ai sintomi che invia il corpo; gonfiore, arrossamenti, febbre e dolore eccessivo potrebbero essere segnali che qualcosa non va e, in questi casi, sarà necessario contattare subito il medico.
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