Intervento al Piede Piatto: Come ristabilire la funzionalità del piede

Intervento-piede-piatto

La patologia del piede piatto è considerata debilitante, perché l’arco plantare del piede si presenta molto ridotto o addirittura assente, in questo articolo intitolato “Intervento al Piede Piatto” come è possibile risolvere questa patologia una volta per tutte.

Questa condizione comporta il contatto quasi totale tra la pianta del piede e il suolo, cosa che danneggia non solo il piede in sè, ma anche le gambe, la postura e la schiena.

Il piede piatto è una patologia che può avere cause congenite o acquisite ma, in entrambi i casi, si deve porre rimedio a questa condizione così fastidiosa e debilitante.

Scopriamo insieme come dire addio al piede piatto e vivere serenamente e in salute, analizzando i vari modi di agire e scoprendo gli specialisti a cui rivolgersi.

La diagnosi del Piede Piatto

Intervento al metatarso

Per risolvere al più presto il problema e decidere il metodo d’approccio da sposare, la diagnosi del piede piatto è quanto meno fondamentale.

Di solito ci si rivolge al medico dopo essersi accorti dei sintomi rivelatori del piede piatto

Infatti, in presenza di gonfiore, dolore e difficoltà nei movimenti di piede e caviglia, è sempre rivolgersi al medico e scoprire che problema ci sia.

Rivolgendosi al medico, questi farà l’esame diagnostico.

L’esame diagnostico per il piede piatto consiste nel: 

  • Cominciare con lo studio della storia clinica del paziente: per scoprire se questi sia già soggetto a delle patologie dei piedi e caviglie;
  • Fare un esame fisico dettagliato: il medico esamina nel dettaglio la parte interessata procedendo, all’occorrenza, anche ad un esame tattile per testare il dolore del paziente;
  • Utilizzo di esami diagnostici specifici: quali radiografie ed ecografie; infatti, solo con questi esami si potrà vedere e confermare le eventuali infiammazioni e lesioni.

È importantissimo diagnosticare in tempo il piede piatto così da poter intervenire il prima possibile e scegliere quali tra i diversi approcci e trattamenti per guarire sia il più adeguato.

Come curare il Piede Piatto?

plantare piede

Per guarire dal piede piatto esistono due principali approcci: i trattamenti conservativi e l’intervento chirurgico.

I primi sono ritenuti poco-invasivi, perché prevedono pratiche e abitudini da poter fare e attuare in casa senza stravolgere la propria quotidianità. Fisioterapia, esercizi mirati, farmaci anti-infiammatori e utilizzo di ortesi plantari, sono i trattamenti principali consigliati dai medici.

Il tutto è atto se non a risanare la giusta conformazione dell’arco plantare, almeno a salvaguardare la salute del piede rimasta e a combattere il dolore quotidianamente.

A volte, però, i trattamenti conservativi falliscono.

E cosa fare quando il problema persiste e la vita peggiora?

I medici propongono e consigliano il ricorso alla chirurgia. Sarà proprio il medico, infatti, a esporre, spiegare e valutare insieme al paziente l’intervento migliore da scegliere, basandosi sulla gravità della patologia, nonché alle aspettative e alla salute generale del paziente.

L’Intervento al Piede Piatto: Quando i trattamenti conservativi falliscono

Intervento al Piede Piatto

In base alla gravità della patologia, alle esigenze del paziente, nonché alle sue aspettative di ripresa e recupero, l’intervento al piede piatto può variare notevolmente.

Esistono, infatti, molteplici tipologie di intervento chirurgico per il piede piatto che possono essere scelte. 

Vale la pena elencare e spiegare quali siano le tecniche più comuni e i loro vantaggi.

Artrodesi

Prevede la fusione di alcune ossa per andare a correggere il difetto dell’arco plantare. Questa tecnica offre una soluzione permanente che, non solo migliora la stabilità, ma riduce notevolmente il dolore, facendo innalzare la qualità della vita.

Osteotomia del Calcagno e del primo cuneiforme 

Consiste nel tagliare e riposizionare l’osso del tallone e un osso del mesopiede, il calcagno ed il primo cuneiforme per l’appunto. Questa procedura ha lo scopo principale di riallineare il piede, o comunque di migliorare l’allineamento compromesso. Grazie all’osteotomia del calcagno e del primo cuneiforme il dolore si ridurrà, la postura del piede migliorerà concorrendo anche a salvaguardare l’usura delle articolazioni.

Ricostruzione dei legamenti

Non solo ricostruzione, ma anche riparazione dei legamenti. Questo intervento, infatti, prevede sia la ricostruzione dei legamenti compromessi che la riparazione (nel caso in cui la compromissione lo permettesse). Questa operazione serve a migliorare l’allineamento e la stabilità del piede, a ridurre il rischio dello svilupparsi di altri problemi e a salvaguardare la salute generale del piede.

Trasposizione del Tendine

Questo intervento mira proprio allo spostamento dei tendini nell’arco plantare. Questa tecnica ha lo scopo di usare i tendini per supportare l’arco del piede così da potergli permettere di eseguire la sua normale funzione. La trasposizione del tendine corregge il piede piatto andando a intervenire sull’arco plantare, così da risanare l’anatomia e scongiurare il dolore.

L’Importanza della Riabilitazione

Recupero e riabilitazione

Dopo essersi sottoposti all’intervento per il piede piatto scelto, sarà fondamentale e imprescindibile seguire la riabilitazione post-operatoria.

Questa fase è cruciale per il successo dell’intervento e per ottenere i risultati sperati, ovvero la totale guarigione e il ritorno alla vita quotidiana.

Ciò da fare durante il periodo di riabilitazione viene concordato sempre con il medico curante, e mai deciso in autonomia senza un consulto approfondito. 

La riabilitazione comincia con un periodo obbligatorio di riposo, ovviamente sempre concordato con il medico e deciso in base alla gravità della situazione.

Trascorso il periodo di riposo, durante la quale possono essere usati impacchi di ghiaccio e farmaci antidolorifici, si comincerà con il fare dei leggeri esercizi di mobilizzazione e rafforzamento. Progressivamente questi esercizi diventeranno più intensi e funzionali alla guarigione, sempre in base ai tempi di ripresa del paziente.

Quando, sempre sotto monitoraggio del medico, il piede sembra aver riconquistato la giusta mobilità, si può cominciare a riprendere le attività quotidiane. Questo può avvenire, verosimilmente, tra le 6 e le 8 settimane.

Se, invece, si vogliono fare attività più pesanti, come attività fisiche o di sforzo vario, si dovrà aspettare dai 3 ai 6 mesi per non correre rischi.

La cosa fondamentale è seguire sempre le indicazioni degli specialisti e non correre rischi inutili prendendo iniziative non approvate dal medico.

Perché rivolgersi a SmartHallux?

chirurghi

Tra gli interventi per il piede piatto più innovativi e avanzati spicca quello studiato e sviluppato da SmartHallux.

La tecnica SmrtHallux è nota per avere un approccio minimamente invasivo che sfrutta gli strumenti più innovativi di ultima generazione. Grazie a questi strumenti i chirurghi SmartHallux possono fare delle piccole incisioni per intervenire chirurgicamente. Questo concorre a rendere l’intervento meno invasivo possibile.

Le naturali conseguenze di un intervento mini-invasivo come questo, sono:

  • tempi di recupero post-operatorio ridotti
  • riduzione notevole, se non scomparsa totale, del dolore;
  • presenza minima di cicatrici (essendo state fatte solo mini-incisioni).

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