Una delle parti più delicate e critiche del corpo umano è il tallone d’Achille o, per essere più precisi, tendine d’Achille
Essendo un tendine che collega l’osso del tallone ai muscoli del polpaccio, il tendine d’Achille è fondamentale per l’intera mobilità del corpo, permettendoci di camminare, correre e saltare. É proprio questa sua inestimabile funzionalità, quindi, che lo rende non solo prezioso, ma anche estremamente vulnerabile.
Soggetto a lesioni e patologie, il tallone d’Achille, può richiedere non solo cura e prevenzione, ma anche, alle volte, un intervento chirurgico.
Nel seguente post scopriremo insieme in cosa consiste l’intervento al tallone d’Achille, come prepararsi alla procedura e come affrontare il recupero post-operatorio.
Quando è necessario l’intervento al tallone d’Achille?
Come accennato, il tallone d’Achille è particolarmente vulnerabile, il che lo rende soggetto a infiammazioni, lesioni o addirittura a fratture e rotture.
Ma è sempre necessario ricorrere alla chirurgia?
Ovviamente no! Bisogna prima valutare la gravità della situazione e decidere poi, se optare o meno per l’intervento chirurgico.
Quando è necessario, dunque, sottoporsi all’intervento al tallone d’Achille?
È consigliato sottoporsi all’intervento al tallone d’Achille principalmente in due casi:
- quando i trattamenti conservativi falliscono;
- in caso di rottura completa del tendine.
Nel secondo caso siamo di fronte al risultato di un probabile trauma acuto, causato da intervento esterno (come un incidente che ha visto coinvolto il tallone), o a causa di un’eccessiva attività fisica di sforzo.
Infatti, i problemi al tallone d’Achille, sono molto diffusi soprattutto tra gli sportivi che, mettendo a dura prova il fisico, sono più soggetti al deterioramento o alle lesioni del tallone. Ciò non toglie che anche chi non sia un atleta professionista non possa essere colpito da patologie al tallone d’Achille.
Sono soggetti a problemi al tallone d’Achille, infatti, le persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni, che praticano una sana attività fisica, ma che non usano i giusti accorgimenti per proteggere la salute del tallone.
In definitiva, quando si verifica una grave lesione o rottura del tallone d’Achille, l’intervento chirurgico risulta essere l’unica soluzione al problema.
Tipi di intervento al tallone d’Achille
Una volta optato per l’intervento al tallone d’Achille, si dovrà anche scegliere a che tipologia di intervento sottoporsi.
Affidandosi ad un medico chirurgo specializzato, questi spiegherà e consiglierà la scelta tra due principali tipologie di intervento al tallone d’Achille.
I due principali approcci chirurgici sono:
- La chirurgia mini-invasiva;
- L’intervento a cielo aperto.
La chirurgia mini-invasiva
Sviluppatasi soprattutto negli ultimi anni, la chirurgia mini-invasiva, per sua stessa definizione, consiste nell’operare la parte interessata senza la necessità di praticare grandi incisioni.
Divenuta assai popolare, la chirurgia mini-invasiva, sfrutta tecniche e strumenti specializzati per la riparazione proprio del tendine d’Achille; il chirurgo, grazie agli strumenti di ultima generazione, riuscirà ad operare facendo solo delle piccoli incisioni che, di solito, non superano i 3 cm.
I vantaggi di sottoporsi a questa tecnica non sono da sottovalutare. La chirurgia mini-invasiva, infatti, riduce notevolmente il rischio di infezioni post-operatorie, diminuendo anche il trauma del tessuto colpito, e assicura tempi di recupero post-operatorio veloci.
L’intervento a cielo aperto
Quest’altra tecnica di intervento al tallone d’Achille, invece, è più tradizionale e invasiva.
L’intervento al tallone d’Achille a cielo aperto prevede un’incisione di 10-15 cm circa, lungo la parte che interessa il tendine. Una volta fatta l’incisione, il chirurgo provvederà alla riparazione del tendine avendo a disposizione una largo raggio d’azione.
Come già detto, questa tecnica è considerata invasiva, rispetto alla tecnica mini-invasiva; questo comporta una percentuale maggiore di rischio di infezioni e tempi di recupero più lunghi rispetto alle tecniche moderne.
Preparazione all’intervento e cosa aspettarsi
Dopo aver scelto a quale intervento al tallone d’Achille sottoporsi, sarà fondamentale confrontarsi ancora una volta con il medico chirurgo per prepararsi al meglio alla procedura.
La procedura medica prevede, innanzitutto, lo studio approfondito della patologia al tallone e della salute generale del paziente. Appunto per questo, il medico chirurgo richiederà tutti gli esami pre-operatori del caso, che includono: analisi del sangue, ecografie e risonanze magnetiche.
Prima di sottoporsi all’operazione vera e propria è previsto anche un digiuno di almeno 6-8 ore, alla quale seguirà poi l’anestesia.
L’anestesia può essere locale o totale, sempre in base alla tipologia di intervento scelto e alla gravità della situazione.
Oltre a sapere che l’operazione in media può durare da 30 a 60 minuti, sarà sempre bene organizzare al meglio il ritorno a casa: mai presentarsi in ospedale senza prima essersi assicurati di poter tornare a casa in sicurezza.
Possibili complicazioni e rischi
Nessun intervento chirurgico è immune a rischi e complicanze. Anche l’intervento al tallone d’Achille, dunque, ne presenta alcune.
Tra le più probabili e diffuse complicazioni di questo intervento, vale la pena citare:
- problemi di cicatrizzazione;
- infezioni;
- guarigione imperfetta del tendine;
- una rottura ulteriore del tendine.
Questi rischi e complicanze, però, non devono spaventare il paziente e indurlo a rinunciare all’intervento.
Grazie al monitoraggio costante e alle indicazioni post-operatorie fornite dal medico chirurgo, la probabilità di sviluppare complicanze e altri problemi si riduce notevolmente.
Infatti, se durante il recupero post-operatorio, si sviluppano dei sintomi, come febbre, gonfiore o dolore persistente, allertando subito il medico e seguendo le sue indicazioni, si potrà guarire al meglio ed evitare rischi e complicanze.
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