L’intervento chirurgico per il piede cavo

Preparazione all'intervento

Tra le patologie ai piedi meno conosciute, ma altamente debilitanti, c’è sicuramente il piede cavo

Questa patologia si presenta come un dolore, più o meno acuto, che interessa tutta la pianta del piede, dal tallone alla parte anteriore. 

Il dolore e l’infiammazione, tipiche del piede cavo, compromettono seriamente la stabilità del piede, nonché l’equilibrio del corpo in generale. Se sottovalutato e non curato adeguatamente, il piede cavo può rendere la vita di chi ne è afflitto particolarmente ardua.

Dove i trattamenti conservativi non arrivano, non soddisfacendo le aspettative, si ritiene spesso opportuno ricorrere alla chirurgia.

In questo articolo scopriremo insieme quali sono le tipologie di intervento chirurgico per il piede cavo, quando si rende necessario e le eventuali complicazioni.

Il piede cavo: sintomi e complicazioni

Piede cavo

Il piede cavo è dovuto ad una malformazione dell’arco plantare che si presenta più arcuato rispetto al normale.

Tale malformazione, che può essere congenita o causata da traumi o problemi neurologici, non permette la normale ed equilibrata distribuzione del peso corporeo sulla pianta del piede. 

Questa imperfezione, che si ripercuote sulla pianta del piede, va a compromettere non solo la camminata e l’equilibrio, ma concorre anche ad accrescere il rischio di storte alle caviglie, nonché lo sviluppo di lesioni e calli. Infatti, non riuscendo a proporzionare adeguatamente il peso corporeo lungo tutta la pianta del piede, il peso andrà a stressare delle parti specifiche, come il tallone o i metatarsi, che saranno inevitabilmente soggetti a stress e allo sviluppo di calli.

Questi sintomi da soli sono già abbastanza debilitanti e problematici. Se il piede cavo viene sottovalutato e non curato in maniera adeguata, tutto ciò potrebbe degenerare e sfociare in problemi a lungo termine, come deformità permanenti e artrosi cronica. 

Se la situazione sembra non potersi risolvere con una terapia conservativa, anche gli specialisti del settore potrebbero consigliare il ricorso alla chirurgia.

Quando è necessario l’intervento chirurgico?

dolore al metatarso

Il ricorso alla chirurgia non è quasi mai la prima scelta quando si deve cominciare a curare il piede cavo. 

Infatti, nei casi meno gravi e se diagnosticato in tempo, il piede cavo può essere curato con i trattamenti conservativi.

Quando però il livello di gravità della patologia è troppo alto o se la si è sottovalutata e il dolore e le complicazioni hanno ormai compromesso la mobilità del piede, l’intervento chirurgico potrebbe essere l’unica soluzione possibile

Se non trattato, infatti, il piede cavo può compromettere seriamente la qualità della vita di chi ne è afflitto. Il dolore potrebbe diventare talmente insopportabile da non permettere più la normale mobilità del piede e non solo. 

La deformità dell’arco plantare potrebbe peggiorare al punto tale da non permettere a chi ne è afflitto di poter indossare normali scarpe. A seconda della gravità del piede cavo, questo potrebbe anche contribuire a deformare altre parti del piede, come le dita che potrebbero incurvarsi (dita ad artiglio), o far diventare il piede pronato (verso l’interno o l’esterno).

Questi problemi concorrono a rendere la vita di chi è afflitto da piede cavo fortemente limitata e difficile, ed è proprio in questi casi che l’intervento chirurgico risulta essere l’unica opzione plausibile.

Le diverse tipologie di intervento chirurgico per il piede cavo

intervento chirurgico per il piede cavo

Dopo essersi rivolti ad uno specialista, aver ottenuto una diagnosi precisa e aver valutato tutte le alternative, bisognerà anche sapere che, se si è deciso di optare per la chirurgia, esistono diverse tipologie di intervento per il piede cavo.

Per scegliere la tipologia di intervento alla quale sottoporsi, bisognerà considerare non solo il livello di gravità del piede cavo, ma anche le aspettative e le condizioni del paziente.

Facciamo, adesso, un elenco delle tipologie di intervento chirurgico per il piede cavo più comuni e conosciute. 

L’osteotomia

Questa è una delle operazioni più comuni e conosciute nell’ambito della chirurgia per il piede cavo. L’osteotomia prevede la correzione dell’arco plantare, tramite incisione. 

Riportando l’arco plantare alla sua normale curvatura, si risolveranno tutti i problemi sia strutturali che di bilanciamento del peso. 

Come intervento chirurgico, l’osteotomia è abbastanza invasiva, ma valida ed efficace.

Il trasferimento tendineo

Un po’ meno comune, ma ugualmente funzionale è il trasferimento tendineo. 

Come suggerisce la denominazione stessa, questo intervento prevede il trasferimento di tendini sani nella parte lesionata, così da poter ristabilire la funzionalità motoria e ridare forza al piede. Tale intervento, prevede anche che i tendini non funzionanti vengano riposizionati in altri punti del piede, sempre per sostenere l’arco plantare. 

Come l’osteotomia, anche questo genere di intervento risulta essere abbastanza invasivo, ma altrettanto funzionale.

Il rilasciamento della fascia plantare

Il piede cavo va a stressare particolarmente la pianta del piede, visto che non permette la giusta distribuzione del peso corporeo sulla fascia plantare.

Proprio per questo, nei casi in cui il piede cavo ha ormai compromesso anche la fascia plantare, può rendersi utile il ricorso a questo tipo di intervento. 

Il rilasciamento della fascia plantare, infatti, prevede la riduzione della tensione sulla pianta del piede, agendo proprio sulla fascia plantare. Questo, non solo diminuirà la tensione del tessuto plantare ma contribuirà a far cessare il dolore.

La fusione articolare

Anche detta artrodesi, la fusione articolare prevede la fusione di alcune ossa del piede per stabilizzare la struttura.

Questa fusione, tramite l’uso di viti e placche,  ha lo scopo principale di fissare le ossa nella maniera corretta. Ciò determinerà sia il risanamento della giusta struttura del piede che una drastica riduzione del dolore.

I rischi e le complicazioni dell’intervento chirurgico

Dottori discutono

I rischi e le complicazioni post-operatorie possono far allarmare il possibile soggetto che decide di sottoporsi ad un intervento chirurgico.

In realtà, però, è utile sapere che rischi e complicazioni sono prerogative di tutte le operazioni chirurgiche.

Quello che è importante sapere è che, rischi e complicazioni, possono essere sia prevenuti che risolti.

Infezioni o sanguinamento sono rischi che possono essere tranquillamente gestiti con attenzione e con l’aiuto di uno specialista. Il recupero post-operatorio, infatti, prevede un percorso di riabilitazione personalizzato e supervisionato da uno specialista o da un team che segua passo passo gli sviluppi del recupero.

Altre complicazioni potrebbero riguardare le recidive del problema o altri problemi delle ossa o dei tessuti, tutte cose che potrebbero richiedere ulteriori interventi chirurgici.

Per tutte queste ragioni è importante ribadire l’importanza dell’affidarsi a degli specialisti pronti a seguire sia l’intervento che la riabilitazione del paziente a 360°. Solo con una guida competente e sicura ci si potrà assicurare, non solo di scegliere e sottoporsi all’intervento più adeguato, ma anche di poter affrontare il periodo post-operatorio al meglio e di poter tornare alla normalità il prima possibile.

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chirurghi

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Dalla scelta del percorso terapeutico al periodo post-operatorio, gli specialisti SmartHallux si mettono a disposizione di ogni esigenza e aspettativa dei propri pazienti, garantendo sempre il massimo impegno.

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