L’intervento per la tallonite: tecniche e tempi di recupero

interventi chirurgici

Una delle patologie più diffuse e al contempo debilitanti che colpiscono piedi e caviglie è la tallonite.

Definita come un’infiammazione concentrata sul tallone, ma che compromette la mobilità dell’intero piede, la tallonite ha diverse cause e diverse terapie per eliminarla.

I trattamenti, detti conservativi, sono i primi ad essere presi in considerazione e attuati per trattare la tallonite. Ma quando tali trattamenti conservativi non raggiungono i risultati sperati, spesso si prende in considerazione il ricorso alla chirurgia.

In questo articolo intitolato “intervento per la tallonite” vedremo quali siano i diversi tipi di interventi e i rispettivi tempi di recupero post-operatori.

Le complicazioni della tallonite che possono portare all’intervento

Impossibilità a camminare

La tallonite, se trascurata e non curata adeguatamente, può sviluppare delle complicazioni. Queste possono aggravare ulteriormente l’infiammazione del tallone e compromettere al tal punto la qualità della vita di chi ne è afflitto, che spesso è consigliabile ricorrere alla chirurgia.

Tra le complicazioni più note e debilitanti, vale la pena citare:

  • Drastica riduzione della mobilità: l’infiammazione può compromettere seriamente la normale mobilità dell’intero piede, portando chi ne è afflitto ad avere serie difficoltà nel camminare o semplicemente nel muovere il piede. Tale riduzione della mobilità può portare il soggetto a soffrire di ulteriori problemi come patologie alle gambe e alle ginocchia e anche alla conseguente alterazione della corretta postura.
  • Infiammazione cronica e compromissione dei tessuti: quando la tallonite non viene trattata adeguatamente e risolta in tempo, l’infiammazione può diventare cronica. Questo porta chi ne è afflitto a continuare a sentire dolore anche per lunghi periodi e non solo; i tessuti che circondano il tallone, infatti, risentono del continuo stress alla quale vengono sottoposti per compensare il malfunzionamento del tallone, e subiscono così continui danni. Tali danni continui compromettono così anche le probabilità di guarigione naturale dei tessuti e, tutto ciò, rende probabile la risoluzione chirurgica.
  • Dolore cronico: l’infiammazione cronica porta inevitabilmente anche al dolore cronico che può perdurare anche per diversi mesi o addirittura un anno. Quando ormai sia il tallone che i tessuti circostanti sono gravemente compromessi, i trattamenti conservativi servono a poco ed è quasi inevitabile ricorrere alla chirurgia.
  • Sindrome del tunnel tarsale: questa sindrome si sviluppa quando ormai la tallonite è diventata cronica. Un’infiammazione cronica, infatti, porta i nervi del piede ad una compressione continua. Non solo tutto ciò compromette in maniera significativa l’intera mobilità del piede ma provoca anche un dolore molto acuto che non interessa solo il tallone, ma anche tutto il piede. Anche in questo caso si può provare a risolvere il problema con i trattamenti conservativi, ma se la situazione è ormai compromessa, l’intervento chirurgico sembra essere l’unica soluzione valida. 

Quando considerare l’intervento chirurgico?

Dottori discutono

Quando bisogna, quindi, prendere in considerazione l’intervento chirurgico?

Sicuramente, in presenza delle complicazioni elencate, l’intervento chirurgico sembra essere l’unica valida alternativa per scongiurare il dolore e risanare sia la salute del tallone che i tessuti circostanti.

Quando si comprende di aver sviluppato la tallonite, e aver ottenuto una diagnosi precisa, di solito si opta subito per i trattamenti conservativi. Fisioterapia, impacchi di ghiaccio, riposo e l’assunzione di farmacia, sono solo alcune delle terapie conservative consigliate. Ma quando questi trattamenti non risolvono il problema entro un periodo di 6-12 mesi, bisognerà valutare il ricorso alla chirurgia.

Decidere di sottoporsi ad un intervento chirurgico non è una scelta che può essere presa senza prima aver contattato un medico. Solo uno specialista, infatti, può informare e guidare il paziente, non solo ad una giusta decisione, ma anche nella scelta dell’intervento più adatto alla risoluzione della tallonite.

Esistono, infatti, diverse tipologie di intervento chirurgico per la tallonite e, per sceglierne una, è necessario affidarsi a uno specialista, che potrà non solo valutare la migliore tecnica indicata, ma anche le esigenze e le aspettative del paziente stesso.

Tecniche chirurgiche per la tallonite e tempi di recupero

intervento per la tallonite

Vediamo adesso insieme quali siano le diverse tecniche chirurgiche per la tallonite e i loro rispettivi tempi di recupero.

La fasciotomia plantare

Questo è l’intervento più conosciuto e diffuso per la risoluzione della tallonite diventata cronica. Prevede l’incisione della fascia plantare per ridurre l’infiammazione e la tensione generale. La tecnica tradizionale prevede che l’intervento venga svolto con un’incisione aperta lungo la fascia plantare, mentre le tecniche più moderne comprendono gli approcci endoscopici.

Un approccio endoscopico, in particolare, riduce notevolmente i tempi di recupero post-operatorio. Questi si aggirano, comunque, tra le 6 e le 12 settimane, variabili in base alle terapie di recupero attuate e alla risposta personale del paziente.

La decompressione del nervo

Una delle cause della tallonite, alle volte, può essere la compressione di un nervo, di solito il nervo tibiale posteriore (che si trova nella parte inferiore della gamba).

È proprio in questo caso che l’intervento di decompressione del nervo si ritiene necessario. Questa procedura ha come scopo quello di alleviare la pressione che insiste sui nervi coinvolti, con l’obiettivo così di eliminare il dolore.

Per questo genere di intervento i tempi di recupero stimati sono tra le 6 e le 8 settimane, periodo durante la quale il paziente può già iniziare a riacquistare la mobilità del piede.

La rimozione dello sperone calcaneare

Può capitare che la tallonite possa anche sviluppare un ulteriore complicazione, ovvero lo sperone calcaneare (una protuberanza ossea che interessa il tallone).

Essendo improbabile che una protuberanza ossea del genere possa riassorbirsi da sola, si rende necessario l’operazione chirurgica. L’intervento prevede la rimozione dello sperone tramite un’incisione mirata sulla protuberanza.

Subito dopo l’operazione è normale che il tallone risulti gonfio e provochi ancora dolore. Nonostante ciò i tempi di recupero a seguito della rimozione dello sperone calcaneare sono relativamente brevi, infatti si prevede una completa guarigione entro le 8 e le 10 settimane.

Intervento al tendine d’Achille

Questo specifico intervento risulta essere necessario quando la tallonite è provocata da una lesione o dalla rottura del tendine d’Achille.

L’intervento chirurgico in sé, prevede la decompressione o l’allungamento del tendine stesso, per ridurre la tensione generale e scongiurare lo sviluppo di ulteriori complicazioni. 

Questo intervento risulta più invasivo rispetto agli altri. Infatti, il recupero post-operatorio può concludersi anche dopo 6 mesi dall’intervento. Questi tempi di recupero lunghi comprendono un periodo iniziale (dalle 4 alle 6 settimane) in cui il paziente dovrà usare un tutore per immobilizzare il piede, alla quale seguiranno altrettante settimane di fisioterapia intensiva e mirata per la totale guarigione del tallone.

L’importanza della riabilitazione post-operatoria

Fisioterapia

Per qualsiasi tipologia di intervento chirurgico scelta, la riabilitazione post-operatoria avrà un ruolo di fondamentale importanza per il successo dell’operazione e la risoluzione del problema.

All’operazione in sé, segue un periodo di riposo e terapie farmacologiche, tutto in preparazione alla fisioterapia e agli esercizi mirati per riacquistare la forza e la flessibilità. Solo seguendo i giusti step della riabilitazione si potrà riacquistare la mobilità del piede e tornare il prima possibile alle normali attività quotidiane.

Durante tutto il periodo di riabilitazione post-operatoria, sarà necessario e obbligatorio seguire attentamente le indicazioni del medico curante e del fisioterapista alla quale ci si è affidati. Prendere iniziative personali e non seguire i consigli del medico, potrebbe compromettere la giusta guarigione del tallone e rendere l’intervento inutile.

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