A volte inizia come un semplice fastidio. Un dolore al tallone quando ti alzi al mattino, una fitta alla spalla mentre sollevi una borsa, una tensione al gomito dopo una giornata al computer. Nulla di preoccupante, pensi. Ma col passare dei giorni, quel disagio si fa più presente, più insistente. È il momento di fermarsi e capire cosa sta succedendo.
La malattia dei tendini, o tendinopatia, è una condizione che colpisce milioni di persone, spesso in modo silenzioso. Quando un tendine si infiamma o si degenera, può compromettere i movimenti più semplici, limitando non solo la performance sportiva, ma anche le attività quotidiane.
Tendinite: cos’è e perché compare

Un tendine sano è forte, elastico e silenzioso. Ti permette di afferrare, camminare, sollevare. Ma se viene sollecitato troppo, o nel modo sbagliato, può infiammarsi. E quando succede, si parla di tendinite.
Le cause? Le più comuni sono i movimenti ripetitivi, il sovraccarico, una postura non corretta o anche un gesto mal fatto durante l’attività fisica. A volte basta un piccolo trauma, altre volte è una somma di stress accumulati nel tempo.
I sintomi non sono sempre immediati. Ma quando arrivano, li riconosci: dolore localizzato, gonfiore, rigidità, sensibilità al tatto. E più usi quell’articolazione, più il fastidio aumenta.
Le zone più colpite: quando il corpo parla

La tendinite può colpire diverse parti del corpo, ma ci sono zone che sono più “a rischio”. Il tendine d’Achille, ad esempio, è spesso coinvolto nei camminatori e nei runner. Il gomito, in chi lavora al PC o solleva pesi. La spalla, nei lavori manuali o nei movimenti sopra la testa. Anche il ginocchio e il polso sono bersagli frequenti.
La buona notizia è che nella maggior parte dei casi, se si interviene presto, il problema si può risolvere senza bisogno di soluzioni invasive.
Diagnosi e cura: agire con consapevolezza

Quando il dolore persiste per più di qualche giorno, è bene non aspettare. Un’accurata valutazione clinica è il primo passo per capire di cosa si tratta. L’esame obiettivo, unito ad approfondimenti come l’ecografia o la risonanza magnetica, permette di avere un quadro preciso della situazione.
Una volta fatta la diagnosi, si sceglie il trattamento più adatto. Spesso si comincia con misure semplici: riposo, ghiaccio, esercizi mirati, fisioterapia. In alcuni casi si ricorre a infiltrazioni o a farmaci antinfiammatori. Solo se la situazione non migliora, si valuta l’intervento chirurgico – una possibilità da considerare con il giusto supporto specialistico.
Prevenire è meglio, e spesso è più facile di quanto pensi

La salute dei tendini si costruisce ogni giorno, con piccoli gesti. Ascoltare il corpo, alternare attività e riposo, non esagerare con gli sforzi, curare la postura. Anche il riscaldamento prima dell’attività fisica fa la differenza, così come l’idratazione e una buona alimentazione.
E poi c’è lo stretching. Quei cinque minuti a fine giornata che troppo spesso saltiamo, ma che possono prevenire tante infiammazioni.
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Domande frequenti
Perché si infiamma un tendine?
Le cause sono molteplici: sforzi ripetuti, movimenti scorretti, traumi, ma anche invecchiamento o malattie sistemiche.
Come si manifesta?
Dolore, gonfiore, rigidità e limitazione nei movimenti. A volte il dolore è continuo, altre volte compare solo con l’attività.
Cosa si può fare?
Inizialmente, riposo e trattamenti conservativi sono spesso efficaci. Se la tendinite è avanzata, possono essere necessari infiltrazioni o interventi mirati.




