Nato con la brachimetatarsia? Non temere, perché i rimedi ci sono e stanno diventando sempre più efficaci. Per chi legge e non è informato sull’argomento, la brachimetatarsia è un disturbo congenito che colpisce la lunghezza delle ossa metatarsali, ossia le ossa lunghe del piede da cui partono le dita. Le persone affette da questa condizione spesso hanno difficoltà a trovare scarpe che si adattano perfettamente. La cosa più strana delle brachimetatarsia è il fatto di essere più comune tra le donne. Come dicevamo, non bisogna mai disperare, perché c’è sempre una luce in fondo al tunnel.
Quando si parla di problemi legati alla brachimetatarsia, ce ne sono due principali: uno estetico e uno biomeccanico. Un piede con un osso metatarsale più corto può sembrare un po’ “strano” per alcuni. Ciò spiega perché può essere un grattacapo di non poco conto, soprattutto per chi tiene molto all’estetica. Ma il vero problema si manifesta nell’andatura. Un piede che non si comporta come dovrebbe potrebbe trasformare una passeggiata per strada in un vero incubo.
Diagnosi e trattamenti per la brachimetatarsia
Capita spesso di scoprire di avere la brachimetatarsia dopo una visita dal podologo quando si è ancora bambini, magari durante una di quelle radiografie che sembrano sempre mostrate all’incontrario. La diagnosi è piuttosto semplice: un’occhiata attenta al piede e la radiografia possono rivelare tutto. Il colpevole più comune è il quarto osso metatarsale.
Mangiare sano e fare esercizio fisico? Non servirà molto a risolvere il problema. La brachimetatarsia è spesso ereditaria o può essere causata da un trauma. Ma non preoccuparti, non c’è bisogno di scavare a fondo nell’albero genealogico della famiglia o vivere nella paura.
Passando ai trattamenti, non c’è una soluzione universale. Dipende tutto dalla gravità del caso e dalle esigenze individuali. Per chi vuole evitare il bisturi, c’è la possibilità di adottare scarpe con maggiore profondità. Questo piccolo trucco può alleggerire la pressione e l’attrito sulla punta del piede. Un’altra soluzione è usare degli accessori ortopedici, come le ortesi personalizzate. Vedetelo come un cuscino su misura per i vostri piedi ansiosi di sollievo.
L’intervento chirurgico e le sue insidie
Per coloro che non hanno risolto il problema con vari trattamenti, esiste alla fine l’opzione chirurgica. Il modus operandi è semplice ma insidioso: allungare il metatarso corto. Una delle procedure più comuni è l’osteotomia di distrazione graduale. L’osso viene tagliato e un apparecchio esterno lo tira delicatamente fino a raggiungere la lunghezza desiderata.
Durante l’intervento, potrebbe essere necessario inserire un innesto osseo per stabilizzare la lunghezza. Ma, come per tutti gli interventi chirurgici, le insidie non mancano di certo. Tre le complicazioni più comuni troviamo le possibili infezioni e il rischio che l’intervento non abbia successo. Ecco perché è importante affidarsi a un esperto podologo con grande esperienza in questo tipo di interventi.
Un altro rischio è l’eccessiva correzione dell’osso, che potrebbe portare il dito a piegarsi troppo in senso plantare o dorsale. Questo potrebbe influire negativamente sull’allineamento.
La buona notizia è che molti casi di brachimetatarsia non richiedono necessariamente una cura invasiva. In molti, infatti, riescono a convivere serenamente con il loro osso metatarsale recalcitrante, optando per diverse soluzioni conservative e ritrovando l’equilibrio (letteralmente).
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