Piede Cavo: come curarlo e vivere al meglio

curare piede piatto

Anche se non molto nota, il piede cavo è una patologia in realtà molto comune e diffusa tra le patologie che colpiscono i piedi.

Questo problema si presenta come un dolore diffuso su tutta la pianta del piede e può venire, quindi, sottovalutato. 

Se non curato adeguatamente, infatti, il piede cavo può arrivare ad essere particolarmente debilitante e abbassare di molto la qualità della vita di chi ne è affetto.

In questo post, oltre a capire cosa sia e come si presenti il piede cavo, approfondiremo come curarlo, soprattutto con i trattamenti conservativi, ovvero quelli che non includono il ricorso alla chirurgia.

Cos’è il piede cavo?

Piede cavo

Come il più noto piede piatto, anche il piede cavo si presenta come una malformazione dell’arco plantare. A differenza del primo, però, l’arco del piede cavo si presenta più arcuato rispetto alla norma.

Se il piede piatto, infatti, presenta un arco plantare quasi privo di curvatura, il piede cavo ha una curvatura troppo pronunciata, che porta così la pianta del piede a diventare prona, o verso l’interno o verso l’esterno. 

Questa malformazione dell’arco plantare comporta una maldistribuzione del peso corporeo sulla pianta del piede. Ciò, non solo porta a provare un diffuso dolore lungo tutta la pianta del piede, ma provoca anche instabilità, difficoltà nella camminata, problemi di mobilità in generale e altre malformazioni (come le dita ad artiglio).

La diagnosi del piede cavo e la sua importanza

Visita dottore

Quando si sospetta di essere soggetti alla patologia del piede cavo è di fondamentale importanza rivolgersi ad uno specialista per ottenere una diagnosi precisa e tempestiva.

Se il dolore alla pianta del piede è persistente e non accenna a diminuire e i disagi che ciò comporta compromettono disastrosamente il proprio stile di vita, è giusto non sottovalutare il problema e contattare un ortopedico o un podologo.

Solo rivolgendosi ad uno specialista si potrà ottenere una diagnosi precisa e tempestiva e poter cominciare il prima possibile a trattare il problema. 

L’esame diagnostico per il piede cavo 

Dopo aver scelto lo specialista alla quale rivolgersi, si procederà con l’esame diagnostico vero e proprio.

L’esame viene eseguito seguendo diverse e specifiche fasi. 

In primis il medico analizza la parte presa in causa, quindi il collo del piede e la pianta, concentrandosi sui sintomi e la mobilità totale del piede. Dopo aver studiato e catalogato i diversi sintomi, il medico provvederà anche a completare il quadro clinico del paziente. 

Questa fase, chiamata anamnesi, prevede lo studio della salute del paziente in generale, concentrata soprattutto su patologie pregresse o altri problemi che possano interessare il piede. Questa fase è fondamentale per determinare lo stato di salute del paziente e poter così iniziare a valutare quale sia il percorso terapeutico più adeguato da prendere in considerazione.

Per avere ulteriori certezze e avere così una diagnosi ancor più precisa, è di uso comune la prescrizione di ecografie, radiografie e risonanze magnetiche, così da poter avere anche le immagini specifiche della struttura ossea e dei tessuti. 

Queste ulteriori analisi, unite anche al controllo della camminata e del comportamento del piede, sono atti a rilevare il livello di gravità della patologia, sempre per poter valutare il percorso terapeutico più indicato per il paziente.

I trattamenti conservativi per il piede cavo

plantare piede

Una volta ottenuta la diagnosi di piede cavo, se questa non ha del tutto compromesso la mobilità del piede nonché la qualità della vita del paziente, di solito è consigliato intraprendere un percorso terapeutico con i trattamenti conservativi.

I trattamenti conservativi sono così chiamati perché hanno la funzione di “conservare” la salute e la mobilità rimasta al piede, cercare di trattare i sintomi e diminuirli. 

In base soprattutto al livello della gravità della patologia, quindi, si prenderanno in considerazione diversi trattamenti. 

Tra i principali trattamenti conservativi ci sono:

  1. Scarpe ortopediche e tutori: vista l’instabilità dovuta al piede cavo, l’utilizzo di scarpe ortopediche aiuta a sostenere l’arco plantare, riducendo lo stress sulla pianta del piede durante la mobilità. I tutori e le scarpe per il piede, di solito, sono rigide rispetto alle classiche scarpe, questo per fornire il giusto supporto laterale e ammortizzare lo stress della camminata.
  2. Plantari e Ortesi: per i casi di piede cavo un po’ più complessi, le scarpe ortopediche potrebbero non bastare e potrebbe essere richiesto l’utilizzo di ortesi e plantari personalizzati. Come le scarpe ortopediche, i plantari aiutano a stabilizzare il piede, a distribuire in maniera equilibrata il peso corporeo e a ridurre lo stress sulla pianta del piede, cosa che comporterà anche una riduzione del dolore.
  3. Terapia farmacologica: quando l’infiammazione e il dolore alla pianta del piede non accennano a diminuire, diventando ancor più invalidanti, il medico potrà anche decidere di prescrivere farmaci antidolorifici e antinfiammatori. I farmaci, però, servono solo ed esclusivamente ad alleviare i sintomi e non a curare la patologia, infatti, sarà lo stesso medico a specificare il fatto che la terapia farmacologica sarà temporanea e non permanente.
  4. Percorso di fisioterapia: seguendo le istruzioni e i consigli di un fisioterapista, il paziente potrà intraprendere un percorso di fisioterapia, atto a migliorare la stabilità del piede e a rafforzare i muscoli. Di solito, il percorso si basa su esercizi di rinforzo muscolare, equilibrio e stretching (soprattutto per i tendini). Il tutto per rinforzare il piede in generale e permettere al paziente di vivere una vita il più possibile soddisfacente. 

Quando i trattamenti conservativi, però, non hanno gli effetti sperati, si può anche considerare il ricorso alla chirurgia. sempre considerando i pro e i contro della scelta e affidandosi agli specialisti.

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chirurghi

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Oltre a ciò, SmartHallux ha il grande merito di studiare e progettare percorsi terapeutici personalizzati, basati non solo sul tipo di patologia da curare ma anche, e soprattutto, sulle aspettative ed esigenze dei pazienti. 

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