Tendinopatia inserzionale achillea e Morbo di Haglund: due condizioni che riguardano diverse persone. In questo articolo, parleremo di quando considerare l’intervento chirurgico. Prima, però, conosciamo più da vicino queste due condizioni.
Tendinopatia inserzionale achillea
La tendinopatia inserzionale achillea è una condizione che riguarda direttamente il tendine d’Achille. È spesso causata da un eccessivo stress sul tendine. Le cause più comuni sono:
- eccesso di esercizio fisico;
- calzature inadeguate;
- errori di allenamento;
- età.
Tra i sintomi più comuni della tendinopatia inserzionale achillea:
- Dolore: soprattutto al mattino o dopo l’esercizio fisico.
- Rigidità: svegliarsi con la sensazione di avere dei mattoni attaccati ai piedi.
- Gonfiore: il tendine che assume le dimensioni di un palloncino.
La diagnosi è spesso semplice e comprende l’esame fisico e, spesso, l’ecografia o la risonanza per dare un’occhiata più da vicino al tendine.
Morbo di Haglund
Il morbo di Haglund è un’escrescenza ossea sul retro del tallone. Si manifesta quando:
- si indossano scarpe rigide;
- si ha un arco plantare alto;
- a causa di fattori genetici.
I sintomi più diffusi sono:
- dolore al tallone;
- rossore e gonfiore.
Anche in questo caso, la diagnosi avviene tramite esame fisico. Non è esclusa la radiografia o la risonanza per capire meglio la fonte del problema.
Trattamenti conservativi
Prima di optare per l’intervento chirurgico per il morbo di Haglund o per la tendinopatia inserzionale achillea, ci sono alcuni trattamenti conservativi che si possono provare:
- Modificare le calzature: scegliere scarpe più morbide per non affaticare il tallone.
- Ghiaccio e riposo: aiutano a sfiammare.
- Farmaci antidolorifici: in caso di dolore forte e acuto.
Quando considerare l’intervento chirurgico
Prima di considerare l’intervento chirurgico per il morbo di Haglund o per la tendinopatia inserzionale achillea, bisogna valutare diverse cose, iniziando da questo:
- Dolore persistente: se il tallone fa male anche in condizioni di riposo, potrebbe essere il caso di prestare attenzione.
- Limitazione funzionale: la caviglia non consente movimenti semplici.
- Ricorrenti infiammazioni e gonfiori: se il piede sembra una pallina da tennis, forse sta cercando di dire qualcosa.
A questo punto, è fondamentale farsi vedere da un esperto. Le valutazioni mediche prendono in considerazione:
- Esami radiologici: raggi X, ecografie o persino la risonanza magnetica.
- Visite specialistiche: l’ortopedico farà parecchie domande per comprendere meglio lo stato del tallone.
Rischi e benefici dell’intervento
Quali sono rischi e benefici dell’intervento chirurgico per il morbo di Haglund o per la tendinopatia inserzionale achillea? Vediamoli:
- Benefici: riduzione del dolore e mobilità migliorata.
- Rischi: infezioni, cicatrici e operazione non riuscita.
Cosa aspettarsi dal percorso post-operatorio
Il post-intervento prevede una fase di recupero, che include:
- Riposo: piede immobilizzato e deambulazione tramite stampelle.
- Fisioterapia: esercizi mirati per riprendere il normale utilizzo del tallone.
Prevenire le recidive
Prevenire è meglio che curare, dice il proverbio. Siccome è vero, quindi ecco cosa occorre:
- Calzature adeguate: niente tacchi a spillo o scarpe strette.
- Stretching regolare: allungamenti continui del piede.
Esperienze condivise dai pazienti
Su Internet non mancano i racconti da parte di chi ha sofferto per il morbo di Haglund. Diversi pazienti testimoniano:
- Racconti di successo: dal dolore alla totale liberazione.
- Suggerimenti pratici: dai cuscinetti anti-dolore alle scarpe comode.
Queste storie spronano le persone a non trascurare troppo il proprio tallone, perché il morbo di Haglund o la tendinopatia inserzionale achillea possono colpire chiunque.
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